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Santa Chiara d’Assisi

Santa Chiara d’Assisi

Biografia

Chiara nacque dal conte Favarone di Offreduccio degli Scifi e da Ortolana Fiumi, entrambi appartenenti alla classe nobile di Assisi. La madre, fervente cattolica, insegnò alla figlia i principi religiosi, preghiere ed elemosine per i poveri e la rese sensibile alla sofferenza altrui. 

Nonostante Chiara vivesse in una delle famiglie più ricche di Assisi, non solo era estremamente caritatevole con i poveri, ma non apprezzava particolarmente il buon cibo e vestiva poveramente, preferendo indossare la stamigna, tessuto di lana sottile e resistente, anziché gli abiti adatti al suo rango.

Chiara, perciò, divenne presto autonoma e coraggiosa e partecipò a numerosi pellegrinaggi, come testimonia Pacifica, la sua compagna di viaggio ed amica di famiglia (diventata poi suora a San Damiano): in realtà, però, Chiara preferiva la vita contemplativa ai pellegrinaggi, amando sopra ogni cosa parlare a Dio dentro la sua dimora.

Della giovinezza di Chiara sappiamo poco altro. Le uniche fonti di notizie sono le testimonianze del processo di canonizzazione da famigliari e conoscenti ed i racconti di San Francesco d'Assisi, con cui Chiara ebbe un rapporto privilegiato.

Sua madre ricevette una rivelazione dal Signore quando era incinta di lei: "Donna, non temere: partorirai sicura una luce il cui fulgore farà risplendere ancor più la luce del giorno stesso". Questa fu la ragione per la quale ella chiamò sua figlia Chiara! 

Giunta all'età per sposarsi, Chiara rifiutò tutti i pretendenti, desiderando farsi suora. 

Fu allora che sentì parlare di Francesco, già rinomato ad Assisi, ed ebbe il desiderio di incontrarlo. Si videro per la prima volta nel 1211 ed immediatamente condivisero il loro comune amore per il Signore e l’idea di vivere la loro fede in perfetta povertà e comunione con la natura e tutte le creature di Dio. 

Nonostante l'opposizione dei genitori, decise di donarsi completamente a Cristo. 

Nel 1212, all'età di diciotto anni quindi, lasciò la casa paterna, rinunciando alla sua eredità per vivere in completa povertà. Si recò alla cappella di Santa Maria della Porziuncola, dove la attendevano i monaci francescani e li si consacrò a Dio, ricevendo l'abito grigio della penitenza. Dopo due giorni Francesco stabilì Chiara nel convento di San Damiano, vicino ad Assisi. A partire da quel momento, molte giovani donne di ogni origine si unirono a Chiara ed a sua sorella Agnese. Nacque così l'ordine delle Sorelle Povere, che diventeranno poi le Clarisse, proprio in onore di Chiara. La vita delle suore era ben organizzata, il lavoro aveva un posto importante perché "l'ozio è nemico dell'anima". Le suore tessevano biancheria per le chiese, particolarmente implicate nel servizio del culto e della liturgia, come fanno ancora oggi le Clarisse. 

Nei primi anni di San Damiano, Chiara si sentiva parte della comunità Francescana, ma nel 1215 il IV Concilio di Laterano vietò l’istituzione di nuove regole. Chiara fu quindi obbligata ad accettare una regola già esistente, quella benedettina. Questo comportava l’accettare il compito di badessa del monastero, di condurre la comunità di monache e di vivere in clausura. La regola benedettina le imponeva anche di accettare le rendite feudatarie e quindi di venir meno al principio di povertà assoluta, fondamentale nella regola francescana. 

Grazie alla presenza di Francesco, la regola benedettina era applicata in maniera mitigata a San Damiano, ma quando Francesco partì per il Marocco nel 1214, il suo appoggio venne a mancare. Chiara capì che il precetto della vita in completa povertà non era più al sicuro e che bisognava far qualcosa per continuare a mantenerlo, nonostante la reticenza del Papa. 

Fu così  che Chiara ottenne nel 1216 da Papa Innocenzo III il permesso di non essere obbligata a ricevere lasciti per il sostegno del convento.

Intorno al 1217 il legato papale, esercitava pressioni su Francesco affinché egli accettasse una regola già esistente, ma egli cominciò quell’anno a stilare la propria, coadiuvato dall’azione di Chiara in questo senso.

Nel 1221 la regola francescana venne infine approvata.

Ma nel 1227 San Francesco morì  ed il Papa in carica, Gregorio IX, decise di recarsi a San Damiano per cercare di convincere Chiara a conformare il suo convento alla regola benedettina, così invitandola anche a possedere qualche bene, cosa che ella rifiutò categoricamente !

Nel 1247 Chiara iniziò a scrivere la propria regola, la prima redatta da una donna… ponendo particolare enfasi sulla povertà. 

Tenendo conto delle direttive Papali, la santa ribadì la proibizione di possedere qualsiasi proprietà. Conscia del fatto che la sua regola potesse non venire accettata, Chiara decise di scrivere anche un testamento spirituale, perché le sorelle potessero in seguito usarlo come guida.

Il 16 settembre del 1252, il cardinale Rinaldo di Jenne approvò la regola di Chiara.

Mancava però l’approvazione del Papa, che arrivò il 9 agosto 1253, poco prima della morte di Chiara. Il Papa in realtà concesse ben poco, prevedendo l’approvazione solo per il monastero di San Damiano. Innocenzo IV approvò la regola, in modo che fossero tutelate solo le compagne viventi di Chiara; questo non prevedeva così alcun futuro per le altre suore. 

L’11 agosto del 1253 Chiara morì.

Il 15 agosto 1255 Chiara fu canonizzata da Alessandro IV ad Anagni.

Quasi contemporaneamente iniziarono i lavori per la costruzione della Basilica di Santa Chiara ad Assisi. 

 

Santa Chiara si festeggia l'11 agosto. È la patrona  della televisione, delle telecomunicazioni, delle ricamatrici, delle lavandaie, delle stiratrici e dei ciechi.   

Scritti, opere e citazioni di Santa Chiara d'Assisi

Gli scritti di Santa Chiara

Santa Chiara è una delle rare donne del Medioevo i cui scritti sono  giunti fino a noi. Nel 1234 scrisse delle lettere alla principessa Agnese di Boemia, sua grande amica ed a sua volta suora, esprimendole il suo amore per Cristo ed incoraggiandola a dedicargli la vita. Le scrisse: “Aggrappati alla sua dolcissima Madre che diede alla luce un figlio tale che i Cieli non potevano contenerlo e che lei stessa, però, raccolse nel piccolo recinto del suo sacro grembo e portò nel suo grembo giovane fanciulla". 

Oltre a queste lettere, gli scritti di Santa Chiara consistono nel suo testamento, nelle sue benedizioni e nella regola di vita delle Clarisse. Da notare il fatto che Chiara fu la prima donna ad aver scritto una regola monastica che lei chiamerà "forma di vita delle clarisse" o ancora “ordine delle sorelle povere". 

L'opera di Santa Chiara

La grande opera di Santa Chiara d'Assisi fu la fondazione dell'ordine delle clarisse. Seguendo san Francesco, Chiara considerava la povertà come la virtù principale per le sue sorelle. Non ha mai smesso di insistere su questa qualità principale di Cristo e della Vergine Maria. Diceva alle sue figlie: ”Per amore del santissimo e dilettissimo Bambino, avvolto in povere fasce, adagiato in una mangiatoia, e della sua Santissima Madre, avverto, prego ed esorto le mie sorelle a vestirsi sempre con vestiti semplici e poveri". 

Le Clarisse costituiscono la più grande famiglia religiosa contemplativa, hanno attraversato otto secoli di esistenza ed oggi sono più di 18.000 nel mondo.

La spiritualità di Santa Chiara d'Assisi

Durante il processo di canonizzazione sono state riportate le testimonianze delle suore che hanno condiviso la vita di Santa Chiara presso il convento di San Damiano. 

Le sorelle ci rivelano la spiritualità della loro madre e fondatrice. Sono concordi nel dire che Chiara ha comunicato, istruito, educato, formato ed incoraggiato molto durante tutta la sua vita: “Quando Madre Santa Chiara parlava, tutto ciò che diceva serviva a edificare ed insegnare agli altri”. Ciò che ispira la spiritualità di Chiara sono le beatitudini affermate da Gesù nel Vangelo. Si tratta di viverle con radicalità, soprattutto la prima beatitudine, la povertà, da cui scaturiscono tutte le altre. Per entrare in questa felicità, Chiara dona il suo segreto: “guardare Gesù, contemplarlo a lungo, povero, crocifisso con il desiderio di lasciarci plasmare da Lui”.

 

I miracoli di Santa Chiara

Guarigioni miracolose

Diverse testimonianze raccontano di guarigioni avvenute grazie alla preghiera di Santa Chiara. Attraverso il segno della croce e la sua forte fede, guarì diverse sorelle: Suor Benvenuta che aveva una grossa ferita sotto il braccio, Suor Cristiana che era sorda, un’altra sua sorella che soffriva di diversi disturbi.

Moltiplicazione del pane

Le testimonianze raccontano di eventi straordinari accaduti grazie alla fede di Santa Chiara. Un giorno, quando rimase solo un pezzetto di pane per sfamare tutte le monache del convento, suor Chiara ordinò che quest'ultimo pezzo fosse tagliato in cinquanta fette e distribuito alle suore. Suor Cecilia, incredula, eseguì l'ordine e, mentre tagliava, il pane non si rimpiccioliva. Preparò così tutte le fette necessarie per nutrire tutte le suore del convento.

L'invasione dei Saraceni

Nel 1240, per ordine dell'imperatore tedesco Federico II, orde di soldati saraceni saccheggiarono, bruciarono, violentarono ed uccisero tutti nelle città rimaste fedeli al papa. La città di Assisi venne quindi evacuata e solo le clarisse rimasero nel convento a San Damiano, senza alcuna difesa. Ma quando gli aggressori si trovavano già nel chiostro del convento, Chiara prese la scatola contenente il Santissimo Sacramento e disse: "Signore, custodisci tu stesso i tuoi servi poiché io non sono capace!"

Una voce di bambino rispose: " Ti custodirò sempre". Dopodiché Chiara aggiunse: "Signore, ti prego, difendi anche questa città". La stessa voce infantile disse: "Avrà molto da soffrire ma sarà protetta". 

Una suora del convento racconta ciò che avvenne, senza nessuna spiegazione: "i Saraceni fuggirono con tanta fretta e non fecero nessun danno".

Association Hozana - 8 rue du Palais de Justice, 69005 Lyon

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