Youssef Makhlouf nacque l'8 maggio del 1828 nel villaggio maronita di Bekaakafra, in Libano, a 1.800 metri di altitudine. Figlio di una modesta famiglia di contadini, suo padre morì quando egli aveva solo tre anni. Youssef fu quindi allevato dalla madre e da lei ereditò una fede profonda. A sette anni divenne pastore e, mentre il suo gregge riposava, si rifugiava spesso in una grotta per pregare. Frequentava la scuola del villaggio dove studiava arabo e siriaco. Fin da giovanissimo fu attratto dalla vita monastica.
All'età di vent'anni si recò presso il monastero di Notre-Dame de Mayfouk, dell'ordine libanese maronita, e decise di entrarvi. Sua madre gli disse: “se non fossi un buon religioso, ti direi di tornare a casa, ma ora so che il Signore ti vuole al suo servizio, che ti benedica e ti faccia santo”. Dopo dieci giorni Youssef vestì l'abito monastico e scelse il nome di Charbel, illustre martire della Chiesa di Antiochia. Dall'inizio della sua vita religiosa, fu incaricato di pulire i corridoi, di raccogliere i rifiuti, di ripulire i terreni incolti ed all'età di 25 anni prese i voti e partì per studiare teologia presso il convento di San Cipriano a Kfifan. Ordinato sacerdote nel 1859 a Bkerke, Charbel trascorse poi 16 anni nel monastero di San Marone ad Annaya.
All'età di 47 anni, il Signore gli ispirò di ritirarsi in un eremo. I superiori non accettarono facilmente e chiesero un segno al Signore. Questo segno sarà il fatto che la lampada di Charbel, riempita d'acqua invece che d'olio, brucerà normalmente. Il 15 febbraio 1875, padre Charbel ottenne dal suo superiore il permesso di ritirarsi nell'eremo dei Santi Pietro e Paolo, vicino al monastero dove, per 23 anni, fino alla morte, condusse una vita di preghiera e penitenza. Ogni giorno si recava in cappella e rimaneva per ore in adorazione, quasi continuamente in ginocchio, assorto in profonda meditazione. Il 16 dicembre 1898, durante la messa, Charbel rimase paralizzato. La sua agonia durò otto giorni, durante i quali ripeté continuamente le parole della messa.
Charbel morì il 24 dicembre 1898, durante la vigilia di Natale.
Nel 1950 la sua tomba fu aperta ed il suo corpo esposto ai visitatori. Quest'anno sarà segnato dal gran numero di miracoli che avvennero vicino alla tomba di San Charbel.
Fu beatificato il 5 dicembre 1965 da Papa Paolo VI, che celebrò la sua canonizzazione il 9 dicembre 1977, nella Basilica di San Pietro a Roma. San Charbel è il patrono del Libano e si festeggia il 24 dicembre.
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La vita di San Charbel mostra delle similitudini con quella di San Padre Pio. Infatti, avvennero molti miracoli in presenza di San Charbel. Uno dei suoi fratelli ad Annaya ci testimonia: “Tutto ciò che leggiamo nelle biografie dei santi è inferiore a ciò che, con i miei occhi, ho visto realizzare padre Charbel”. Gli fu chiesto di benedire i campi, le greggi, gli ammalati e piovvero grazie. Molte volte i campi benedetti furono gli unici preservati dalle invasioni delle locuste e gli allevamenti di bachi da seta protetti. Il santo aveva il dono di leggere le anime e di conoscere le cose a distanza. Un giorno in cui le scorte di cibo erano insufficienti, gli fu chiesto di benedire la dispensa e le giare si riempirono miracolosamente di grano ed olio.
Ma come questo umile monaco riusciva a compiere tanti miracoli?
Il monaco offriva continuamente sacrifici al Signore e conduceva una vita di ascetismo e di preghiera. Restava sveglio a lungo la notte a pregare, digiunava costantemente, lavorava anche quando era malato e rifiutava le medicine. Parlava solo quando gli veniva ordinato e sempre a bassa voce, con gli occhi abbassati ed il cappuccio che gli copriva lo sguardo. Usciva solo su ordine del suo superiore. La Messa era il cuore della sua vita, vi si preparava a lungo e faceva lunghi ringraziamenti.
La morte di San Charbel fu ugualmente costellata di fenomeni straordinari. Durante i primi giorni, ogni sera, si poteva vedere una luce brillante provenire dalla sua tomba e, quando questa fu aperta, 52 anni dopo la morte, il suo corpo era come quello di qualcuno che dormiva e trasudava un liquido mediante il quale avvenivano molte guarigioni. Questo liquido sgorgò dal corpo di San Charbel per 79 anni, cioè fino all'anno della canonizzazione.
I miracoli di San Charbel hanno oltrepassato i confini del Libano.
Le guarigioni ottenute per sua intercessione sono decine di migliaia e riguardano credenti di ogni religione e confessione. In molti casi, le apparizioni di San Charbel durante i sogni hanno preceduto il miracolo.
La Chiesa ha riconosciuto due miracoli per la beatificazione di San Charbel e un terzo per la canonizzazione. Molti altri miracoli sono stati segnalati e nuove testimonianze di guarigioni miracolose e di grazie ottenute continuano ad arrivare al convento di Annaya.
Uno dei miracoli più sorprendenti è stato quello di Nohad Al-Chami nel 1993. Dopo un ictus, seguito da una doppia occlusione dell'arteria carotide, la donna divenne emiplegica. I suoi figli iniziarono ad applicargli sul collo una miscela di terra e olio proveniente dalla tomba di San Charbel. In sogno Nohad vide due monaci, San Marone e San Charbel che le dissero “Siamo qui per operarti” e la donna sentì un forte dolore alla gola. Quando si risvegliò, Nohad notò due grandi cicatrici su entrambi i lati del collo ed i fili chirurgici erano visibili. Dopo diversi giorni San Charbel tornò a visitarla in sogno e le chiese di recarsi ogni 22 del mese, in segno di ringraziamento, al convento di Annaya per partecipare alla messa. Il santo chiarì inoltre alla donna che le cicatrici sarebbero rimaste visibili, secondo la volontà di Dio, come segno di miscredenti. Successivamente, un'ecografia evidenziò che la donna era stata sottoposta ad un vero e proprio intervento chirurgico bilaterale alla carotide.
Nel 1937 Iskandar Obeid perse la vista ad un occhio in seguito ad un incidente. Per evitare l'infezione nell'occhio rimasto sano, i medici gli consigliarono di rimuovere l'occhio malato. L'uomo decise di attendere ancora, non riuscendo a rassegnarsi all'idea della operazione, e nel 1950 cominciò a pregare San Charbel, recandosi al monastero di Annaya. Appena tornato, ebbe un dolore molto forte agli occhi e vide in sogno San Charbel. Quando si svegliò, guardò l'immagine di San Charbel con il suo occhio malato e la vide perfettamente. I medici attestarono del fenomeno inspiegabile: l'iride era tornata normale.
Mariam Assaf Awad, una donna di origine siriana residente in Libano, subì tre operazioni tra il 1963 e il 1965 per curare diversi tumori: allo stomaco, all'intestino e al collo.
Malgrado gli interventi, la donna venne dichiarata incurabile.
Di fronte alla gravità del suo stato, Mariam cominciò a pregare il beato Charbel, rifiutando allo stesso tempo ogni cura. Nella sua preghiera, la donna chiedeva la guarigione oppure la forza di resistere alla malattia. Una sera pronunciò questa invocazione: “Ti prego, o San Charbel, tu che hai guarito i ciechi e gli storpi, guariscimi da questa malattia, e una volta guarita ti ringrazierò nel tuo santuario”. Al risveglio i tumori si erano rimpiccioliti e, per quattro giorni, la donna ripeté l'invocazione finché non fu completamente guarita.
Recitando le preghiere a San Charbel, i fedeli ricevono ancora oggi grandi grazie. San Charbel è un potente intercessore. In Libano le litanie di san Charbel vengono recitate nelle chiese durante la novena in preparazione alla sua festa.
Ecco diverse novene da recitare a San Charbel:
" O Dio buono, misericordioso e amorevole, mi prostro dinanzi a Te e Ti mando dal profondo del mio cuore una preghiera di ringraziamento per tutto ciò che mi hai concesso per intercessione di San Charbel.
Ti sono molto grato, o mirabile San Charbel.
Non trovo le parole giuste per esprimere il mio riconoscimento per il beneficio ricevuto. Aiutami sempre, affinché sia sempre degno delle grazie di Dio e di meritarmi la tua protezione.
Amen.
Pater, Ave, Gloria
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo. Amen. "
" Venerato San Charbel, tu passasti la tua vita nella solitudine di un eremo umile e nascosto, non pensando né al mondo né ai suoi piaceri. Adesso che stai alla presenza di Dio Padre, ti chiediamo di intercedere per noi, affinché Egli ci porga la sua mano benedetta e ci soccorra, illumini la nostra mente, aumenti la nostra fede, e fortifichi la nostra volontà per continuare le nostre preghiere e suppliche davanti a te e a tutti i santi. San Charbel che, per dono di Dio, compi miracoli, guarisci i malati, restituisci la ragione agli alienati, la vista ai ciechi e il moto ai paralitici, guarda a noi con occhi di pietà e concedici la grazia che ti imploriamo (chiedere la grazia). Chiediamo la tua intercessione in tutti i momenti e soprattutto nell’ora della nostra morte. Amen. "