“Niente per forza, tutto per amore”, diceva san Francesco di Sales, festeggiato il 24 gennaio. Grande predicatore, fondò con San Giovanna Francesca di Chantal l'Ordine della Visitazione. Ci ha lasciato numerosi scritti, tra cui la sua opera più conosciuta: l'Introduzione alla vita devota. Proclamato dottore della Chiesa, è patrono della stampa cattolica, dei giornalisti, degli scrittori, degli autori, del Piemonte, della comunità sorda, dei salesiani e dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote.
Scopriamo la vita e la spiritualità di questo grande santo, attraverso i suoi scritti, la sue preghiere e le sue citazioni!
Francesco nacque il 21 agosto 1567 nel castello di Sales, vicino ad Annecy nell'Alta Savoia, all'epoca terra indipendente. Figlio primogenito del signore di Boisy, nobile di antica famiglia savoiarda, fu battezzato una settimana dopo la nascita, nella chiesa parrocchiale di Thorens.
Tra il 1578 e il 1591, Francesco intraprese gli studi di diritto civile e canonico a Annecy, poi a Parigi ed infine a Padova. Durante questo periodo, Francesco attraversò una crisi spirituale, dovuta all'influenza del pensiero calvinista e all’idea di predestinazione.
Se ne libererà grazie alla preghiera Ricordati o Maria di San Bernardo di Chiaravalle, pronunciando questo bellissimo atto di abbandono: “Qualunque cosa accada, ti amerò Signore, almeno in questa vita, se non mi fosse permesso di amarti nella vita eterna, e spererò sempre nella tua misericordia”.
Nonostante la riluttanza del padre, che aveva per lui grandi ambizioni professionali nell’avvocatura, decise comunque di consacrare la sua vita a Dio. Fu ordinato sacerdote nel 1593 e si mise coraggiosamente all'opera, svolgendo il suo ministero apostolico. Condusse sempre una vita austera, di preghiera e di penitenza, adempiendo con attenzione ai suoi doveri di sacerdote: predicando, confessando, catechizzando, privilegiando i poveri, i carcerati e i bambini. Nel 1602 fu nominato vescovo di Ginevra. Questa città era all'epoca una roccaforte calvinista e Francesco compì una difficile missione per preservare la fede cattolica nella sua diocesi. Ponendo la predicazione al centro della sua missione, cercherà di riportare i protestanti alla vera fede cattolica, dando l’esempio attraverso la carità. Formerà i sacerdoti della sua diocesi, per renderli colti e competenti. Per raggiungere le persone che non poteva incontrare, scrisse lettere, espose i suoi testi nei luoghi pubblici o li fece passare sotto le porte, pubblicando anche delle "gazzette" e creando così, inconsapevolmente, il primo "giornale cattolico". Francesco incontrò a Parigi San Vincenzo de’ Paoli, diventandone amico, che disse di lui: “Ero propenso a vedere in lui l'uomo che meglio riproduceva il Figlio di Dio sulla terra”.
Nel 1610, con Santa Giovanna Francesca di Chantal, Francesco di Sales fondò l'Ordine della Visitazione di Santa Maria ad Annecy. È in quest'ordine che Santa Margherita Maria Alacoque riceverà le rivelazioni del Sacro Cuore di Gesù, circa sessant'anni dopo.
Esausto per l'impegno apostolico, morì il 28 dicembre 1622, a Lione.
Francesco di Sales fu canonizzato nel 1665. Nel 1877 Pio IX lo proclamò Dottore della Chiesa. È il santo patrono degli scrittori e dei giornalisti cattolici, ma anche il santo patrono dei sordomuti, per essersi preso cura di un uomo sordo per ben 17 anni.
La festa liturgica di San Francesco di Sales è il 24 gennaio.
Gli scritti di san Francesco di Sales comprendono numerosi sermoni e discorsi, nonché la sua corrispondenza. Le sue lettere (più di 2000) testimoniano il suo carisma di direttore spirituale e la sua instancabile attività apostolica. La sua opera, scritta nel 1608: L'Introduzione alla vita devota, raccoglie lettere indirizzate ad una “Filotea” (amica di Dio), rispondendo perfettamente alle attese spirituali dell'epoca, e riscosse subito un grande successo. Pubblicato più volte, fu un bestseller nel XVII secolo. Nel 1616, Francesco di Sales scrisse il Trattato dell'amore di Dio, che si rivolge ad ogni anima “innamorata” di Dio per aiutarla a progredire nel cammino verso un'unione sempre più profonda con Lui, qualunque sia la sua vocazione.
Se Francesco di Sales è con Suor Giovanna Francesca di Chantal il fondatore diretto dell'Ordine della Visitazione (le suore contemplative visitandine vivono di clausura e seguono la regola di sant'Agostino), la famiglia salesiana è grande. Francesco di Sales ha ha ispirato e guidato una grande posterità spirituale. Nel XIX secolo molte congregazioni e società spirituali si ispirarono a lui: i missionari di San Francesco di Sales, gli oblati di San Francesco di Sales, i Salesiani di Don Bosco e numerose società.
Francesco di Sales aveva un evidente carisma per la direzione delle anime e per la predicazione, lui che fu chiamato “il Dottore del divino amore e della mitezza evangelica”, sviluppò una spiritualità improntata sulla mitezza.
Lungi dal caricare le anime di fardelli pesanti, insiste sulla semplicità della santità che è alla portata di tutti, qualunque sia la nostra vita e si caratterizza soprattutto con l'amore per Dio e per il prossimo.
Ecco alcune belle parole di San Francesco di Sales, che mostrano una spiritualità sorprendentemente attuale.
Riguardo alla predicazione: “Le vostre parole devono essere infiammate non da grida e gesti eccessivi, ma da affetto interiore. Devono uscire dal cuore più che dalla bocca. Non importa quanto diciamo, il cuore parla al cuore, la bocca parla solo alle orecchie”.
L’accettazione di sé e degli altri: “La virtù della pazienza è quella che più ci assicura la perfezione e, se dobbiamo averla con gli altri, dobbiamo averla tanto più anche con noi stessi”.
Agire con amore: “Non è per la grandezza delle nostre azioni che piaceremo a Dio, ma per l’amore con cui le compiamo”.
La santità è per tutti: “È un errore, un'eresia, voler bandire la vita devota dalla compagnia dei soldati, dalla bottega degli artigiani, dalla corte dei principi, dalle casa degli sposati…. Ovunque siamo, possiamo e dobbiamo aspirare alla vita perfetta. Tutti siamo chiamati alla santità… tutti senza eccezione”.
Dobbiamo amare la nostra vocazione e vivere pienamente “dove il Signore ci ha piantati” e compiere con amore il nostro dovere.
Ricordati e rammentati, dolcissima. Vergine, che tu sei mia Madre e che io sono tuo figlio; che tu sei potente e che io sono poverissimo, timido e debole. Io ti supplico , dolcissima Madre, di guidarmi in tutte le mie vie e azioni. Non dirmi, Madre stupenda, che tu non puoi, poiché il tuo amatissimo Figlio ti ha dato ogni potere sia in cielo che in terra. Non dirmi che tu non sei venuta a farlo, poiché tu sei la Madre di tutti gli uomini e particolarmente la mia Mamma. Se tu non potessi, io ti scuserei dicendo: è vero che è mia Mamma e che mi ama come suo figlio, ma non ha né mezzi né possibilità. Se tu non fossi mia Mamma, io avrei pazienza e direi: ha tutte le possibilità di aiutarmi ma, ahimè, non è mia madre e quindi non mi ama. Ma invece no, o dolcissima Vergine, tu sei la mia Mamma e per di più sei potentissima: come potrei scusarti se tu non mi aiutassi e non mi porgessi soccorso e assistenza? Vedi bene, o Mamma, che sei costretta ad ascoltare tutte le mie richieste. Per l’onore e per la gloria del tuo Gesù, accettami come tuo bimbo, senza badare alle mie miserie e ai miei peccati. Libera la mia anima e il mio corpo da ogni male e dammi tutte le virtù, soprattutto l’umiltà. Fammi regalo di tutti i doni, di tutti i beni e di tutte le grazie che piacciono alla SS.ma Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen.
Glorioso san Giuseppe,
la cui potenza si estende
a tutte le nostre necessità
e sai rendere facili
le cose più impossibili,
rivolgi i tuoi occhi
di padre buono
ai tuoi figli che ti invocano.
Nelle ansie e nelle pene
che ci opprimono,
ricorriamo a te con fiducia.
Degnati di prendere
sotto la tua paterna protezione le pene
che ci sono causa di sofferenza.
I santi, attraverso la loro vita, la loro esperienza ed i loro scritti, ci illuminano lungo la strada; ciascuno a modo suo. Non esiste un solo modo per essere santi, ma tanti percorsi verso la santità, tanti quante sono le personalità. Scopri la ricchezza spirituale che i santi che ci hanno preceduto hanno da offrire.