Don Bosco

La biografia di Don Bosco

L’amore per la giovinezza

Giovanni Melchiorre Bosco, noto come don Bosco (Castelnuovo d'Asti, 16 agosto 1815 – Torino, 31 gennaio 1888), è stato un presbitero, pedagogo ed educatore, fondatore delle congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Sarà stato canonizzato da papa Pio XI nel 1934 ed è considerato uno dei santi sociali torinesi. Proveniente da un ambiente contadino molto modesto, crebbe nella fattoria dei suoi genitori. Fin da giovanissimo si notarono in lui un grande carisma ed una grande vocazione spirituale, ispirate dalla Vergine Maria. A nove anni il piccolo Giovanni Bosco fece un sogno che egli stesso definì "profetico" e che più volte raccontò ai ragazzi del suo Oratorio: si trovava in un piazzale con tanti altri bambini che giocavano e vide Gesù e la Santa Vergine che gli dissero che sarebbe diventato il pastore di quel gregge. Lavorerà duro per finanziarsi gli studi, imparando diversi mestieri: sarto, falegname, calzolaio, ecc e divenne sacerdote nel 1841. 

L’industrializzazione porterà con sé diversi problemi sociali. Oltre 8000 bambini lavoravano nelle nuove fabbriche! Sarà in questo contesto che la città di Torino, dove Don Bosco officiava, vide crescere la povertà e la miseria nei suoi quartieri, soprattutto tra i più giovani: abbandonati, affamati, criminali o in procinto di diventarlo ...  fortemente commosso dalla miseria di questi giovani, Don Bosco decise di agire: il suo incontro con un ragazzino errante sarà l’evento decisivo. Un giorno di dicembre del 1841, Bartolomeo Garelli, un giovane muratore di 16 anni, entrò nella chiesa di San Francesco d'Assisi. Il sagrestano lo scacciò velocemente con una scopa, ma Giovanni Bosco, udito il litigio, lo insegui per consolarlo. Il prete apprese che Bartolomeo era analfabeta ed orfano. Don Bosco lo prese allora sotto la sua protezione per insegnargli il catechismo. In seguito, Bartolomeo portò i suoi amici per ricevere un'istruzione dal prete. San Giovanni Bosco aprì allora il suo primo oratorio, nella contrada Valdocco, e poi, nel 1846, una scuola  ed un centro giovanile, dove i bambini trovarono rifugio ed educazione. La sua attività continuò a crescere nel corso degli anni e Giovanni Bosco diede ai suoi giovani e agli altri membri dell'organizzazione il nome di “Salesiani”, in onore di San Francesco di Sales, vescovo francese e fondatore dell’Ordine della Visitazione.

La conversione dei cuori

Alcuni abitanti della città di Torino, non vedevano i bambini con lo sguardo benevolo di Don Bosco e diffidavano del clero. Le motivazioni di Don Bosco  suscitarono sospetti ed il prete sarà addirittura bersaglio di attacchi! Nel 1854 scoppiò nella città di Torino un'epidemia di colera. L’infezione si diffuse rapidamente e Don Bosco ed i salesiani si offrirono volontari per prestare assistenza ai malati, alle loro famiglie ed al personale ospedaliero. Colpita dall'incredibile dedizione dei salesiani, la città si rese conto allora di tutto il valore e dell'importanza dell'insegnamento di Giovanni Bosco. 

Nel dicembre 1859 Don Bosco fondò (con 17 dei suoi giovani) la Società di San Francesco di Sales. Continuò a sviluppare la sua opera attraverso la creazione, con Madre Mazzarello, della fondazione delle  Suore Salesiane “Figlie di Maria Ausiliatrice”, nel 1872. Continuò a fondare un gran numero di associazioni, come l'Unione dei Cooperatori Salesiani, nel 1875, che riunisce tutti coloro (laici e religiosi) che desiderano impegnarsi nell'educazione dei giovani e nel miglioramento delle loro condizioni di vita. Il progetto ebbe un tale successo che anche dall'estero vennero a studiare il "metodo salesiano" di recupero sociale. Il movimento salesiano si sviluppò rapidamente in Francia ed in America Latina, per poi diffondersi in tutto il mondo.

Dopo lunghi anni di dedizione e di amore per i giovani, Don Bosco morì a Torino, il 31 gennaio 1888.  Nel 1934 Papa Pio XI lo proclamò santo. A cento anni dalla morte, Giovanni Paolo II lo onorò dichiarandolo Padre e Maestro della gioventù. 

L'opera di San Giovanni Bosco ha lasciato un segno profondo nel mondo.

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Pedagogia ed eredità di Don Bosco

La visione profondamente umana ed amorevole di San Giovanni Bosco gli valse l'ammirazione dei giovani, ai quali offrì tutta la sua attenzione. Il suo obiettivo sarà sempre quello di aiutare i più svantaggiati a rimettersi in piedi, di offrire loro fiducia, pazienza e amore piuttosto che condannarli o punirli. L’educazione dei figli deve essere sempre accompagnata dall’affetto e dalla gentilezza: non basta pensare di amare, il giovane deve sentirsi amato. 

Dapprima, il fascino del santo sacerdote gli permise di avvicinare i giovani, diffidenti e “feroci”, perché respinti da troppo tempo: si lasciarono avvicinare da Don Bosco perché aveva i doni del dialogo e dell’umorismo. San Giovanni Bosco è infatti anche il santo patrono dei prestigiatori, perché lui stesso eseguiva trucchi di magia ed illusioni per attirare i giovani giovani! 

Il sistema educativo all’interno delle scuole Don Bosco offriva ai giovani la possibilità di un futuro, perché li formava a competenze professionali concrete: falegnameria, tipografia, calzoleria e tante altre attività artigianali necessarie in un’epoca di industrializzazione accelerata. Oggi l'opera di San Don Bosco continua a crescere: la rete dei Salesiani continua a lavorare in diverse scuole, istituti sociali e centri per aiutare ed accogliere i giovani che ne hanno bisogno e per aiutarli a costruire il loro progetto di vita. D'altra parte, un buon numero di associazioni la cui vocazione è quella di tutelare i giovani prendono oggi il nome del santo padre. 

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