Santa, teologa, guaritrice, erborista, scrittrice, linguista, poetessa, drammaturga, gemmologa, musicista, cosmologa, profetessa: Ildegarda di Bingen è stata una delle personalità più importanti ed eclettiche del Medioevo.
Nata nel 1098 a Bermersheim vor der Höhe, in Germania occidentale, ed appartenente ad una nobile famiglia, Ildegarda fu sin da bambina di salute molto cagionevole, ragion per cui era stata affidata dai suoi genitori alle suore benedettine dell'Abbazia di Disibodenberg. Nel convento fu posta sotto la tutela dell'anacoreta Giuditta von Sponheim. La beata Jutta di Sponheim era la nobile figlia del conte Rehan Stefano di Sponheim, che si unì all'eremo di Disibodenberg per vivere una vita di isolamento e meditazione.
Reclusa nella cella di Giuditta, Ildegarda imparò a leggere, scrivere, cantare l'Opus Dei e suonare la cetra ed all'età di 14 anni pronunciò i voti.
Condivise le sue visioni solo con Giuditta, la quale ne informerà il monaco Volmar di Disibodenberg, un altro dei tutori di Ildegarda.
Avendo rivelato al mondo i suoi talenti mistici molto più tardi nella sua vita, ci restano oggi poche informazioni circa la giovinezza di Ildegarda in convento.
Ildegarda studiò sui testi dell'enciclopedismo medievale. Si formò così in filosofia, teologia e cosmologia, ma iniziò a parlare delle sue visioni “dell'anima” solo quando aveva quarant'anni. Alla morte di Giuditta, Ildegarda le succedette come priora e, nel 1150, fondò un monastero dedicato a San Ruperto, di cui scrisse la biografia, a Bingen. Nel 1165 fonderà un'altra abbazia, tuttora esistente, ad Eibingen.
Compirà inoltre diversi viaggi pastorali, per predicare nelle cattedrali europee di Colonia, Treviri, Metz, Liegi, Wurzburg e Magonza.
Dopo aver vissuto una vita sorprendentemente lunga, piena di devozione e profondo misticismo, Ildegarda di Bingen morì il 17 settembre 1179 a Bingen. Spesso in disaccordo col clero dell’epoca, soprattutto per il fatto che Ildegarda preferiva la predicazione attiva alla meditazione claustrale, riuscì nonostante tutto a guadagnarne il rispetto e a rivestire una certa autorità, fino a che il papa Eugenio III, avendo letto alcuni dei suoi scritti, la autorizzò a raccontare pubblicamente le sue visioni.
Ildegarda studiò e scrisse molto, durante tutta la sua vita. Le sue opere mistiche più importanti sono tre: lo Sci vias domini (Conosci le vie del Signore) che relata 26 visioni della santa, il Liber Vitae Meritorum (Libro dei meriti della vita) che descrive vizi e virtù umane e che contiene una delle prime menzioni del purgatorio, e il Liber Divinorum Operum (Libro delle opere divine) che racconta altre 10 visioni di Ildegarda, di natura veramente cosmica. L’opera esplora il rapporto dell’uomo con l’universo, che Ildegarda illustra al centro del libro, disegnando un uomo che allarga braccia e gambe, in piedi su un globo… che si pensa essere stato d’ispirazione per l’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci. Compositrice di lavori musicali, raccolti sotto il titolo di Symphonia harmoniae celestium revelationum, si distinse all’epoca per il suo contributo alle scienze naturali, la medicina e la botanica, scrivendo il Libro delle medicine semplici ed il Libro delle cause e dei rimedi. Tra le altre opere bisogna riportare le innumerevoli lettere scritte a notabili e clero dell’epoca, in cui la santa dispensava consigli spirituali ed insegnamenti teologici. Un’ultima originale opera di Ildegarda é stata quella che viene chiamata la Lingua Ignotis, ovvero o i tentativi linguistici di Ildegarda di Bingen di creare una nuova lingua per la scrittura delle sue opere mistiche, chiamata lingua ignota o “lingua sconosciuta”.
La musica di Santa Ildegarda accompagnava e completava le sue opere scritte, come nel caso dell'Ordo virtutum, un brano musicale di cui una parte si trovava alla fine dello Sci vias.
Nella sua versione completa, l'Ordo Virtutum è una composizione drammatica sacra di Ildegarda, in cui vengono presentati la lotta interiore dell'uomo, la tentazione del male, la bellezza della virtù e l'animo umano. Questo tema dell'opposizione tra vizio e virtù richiama quindi un’altra sua opera: il Liber vitae meritorum.
Santa Ildegarda ha composto settantanove opere musicali e canti liturgici. Una serie di canti liturgici, antifone e inni sono raccolti nella Sinfonia Harmoniae Celestium Revelationum.
Sebbene sia considerata santa da secoli (come diceva Teodorico “in vita sanctae Hildegardis”), solo di recente è stata ufficialmente riconosciuta come tale dalla chiesa. La procedura per la canonizzazione di Ildegarda iniziò nel XIII secolo, ma, solo nel 2012, Papa Benedetto XVI la dichiarò solennemente santa e la proclamò dottore della Chiesa.
Gli scritti Physica et Causae curae rappresentano un progresso impressionante nella storia della medicina del medioevo.
La medicina medioevale si basava sulla teoria degli umori, che associava il corpo umano all'equilibrio dei quattro elementi (aria, acqua, terra e fuoco). Questa nozione di equilibrio è stata ripresa e sviluppata da Ildegarda: i libri raccontano del corpo umano e del suo rapporto con il mondo esterno, per la guarigione delle malattie. L'uso di piante, pietre ed alimenti per ripristinare l'equilibrio interiore è descritto in dettaglio e permette di comprendere l'emergere di nuovi concetti per la scienza e dell'alimentazione come cura.
Molti naturopati e dietologi si sono interessati agli scritti di Ildegarda, soprattutto a proposito dell’uso delle spezie e del digiuno nella cura della malattie. Gli alimenti, secondo la santa, son capaci di portare “gioia” ed equilibrio nel corpo ed il digiuno, seguendo una sua precisa e dettagliata dieta, era capace di purificare il corpo dei malati. Al contrario, l’eccesso di alcuni alimenti o il consumo di alcuni cibi “cattivi” possono influire su questo equilibrio, e quindi sulla “gioia”, intesa come “salute”.
I famosi ingredienti della gioia raccomandati da Ildegarda sono certi pesci, certe noci, mele, pere, ma soprattutto il farro. Questo cereale, ricco di proteine ed altre vitamine, è noto per i suoi benefici digestivi. Come la farina, il farro può essere utilizzato per preparare i suoi famosi e deliziosi biscotti dell'allegria!
"Prendi della noce moscata e cannella di pari peso e qualche chiodo di garofano e fanne polvere. E poi con questa polvere fai qualche tortino con la farina, mangiane spesso e .... si aprirà il tuo cuore... diventerà felice il tuo spirito, si purificheranno i tuoi sensi... e diventerai forte". Santa Ildegarda
Miscela speziata per i biscotti :
20 g di cannella, 20 g di noce moscata e 5 g di chiodi di garofano
Ingredienti:
400 g di farina di farro, 250 g di burro, 150 g di zucchero di canna, 200 g di mandorle tritate dolci, 2 uova intere, un pizzico di sale, acqua qb.
Preparazione:
Lavorare il burro fino a che diventi cremoso. Aggiungere la farina, lo zucchero, le mandorle tritate, le uova, le spezie ed un pizzico di sale. Impastare il tutto e mettere l'impasto in frigo per mezz'ora. Stendere la pasta per preparare i biscottini di uno spessore di 3 mm ca.
Cuocere in forno, con carta da forno, a 150/170° C per 20/25 minuti.
Questi biscotti sono consigliati da Ildegarda per l'equilibrio del sistema nervoso ed in caso di debolezza ed Ildegarda consiglia di consumarne 3 giorno per i bambini e massimo 5 al giorno per gli adulti.