Santa Caterina Labouré

Biografia di Catherine Labouré

Zoé Labouré nacque il 2 maggio 1806 in un villaggio della Borgogna, Fain-les-Moutier. Era l'ottava di dieci figli e i suoi genitori erano agricoltori. Nel 1815 sua madre morì e Zoé fu incaricata di occuparsi della casa, dei lavori domestici e della fattoria familiare. Quando la sorella maggiore si unì alle Figlie della Carità, Zoé volle farsi suora e confidò il suo desiderio al padre. Lui si oppose perché voleva farla sposare. Infine, la mandò a Parigi per aiutare il fratello maggiore, vedovo, che gestiva un ristorante. Fu solo nel 1830 che Zoé ricevette dal padre il permesso di iniziare il postulato presso le Figlie della Carità a Chatillon Sur Seine. Tre mesi dopo, arrivò nella Casa Madre, al 140 della rue du Bac a Parigi, per formarsi. Appena giunta al convento, partecipò alla grande processione per la traslazione del corpo di San Vincenzo de' Paoli, fondatore della comunità delle Figlie della Carità e Caterina, che gli era profondamente devota, visto che andava ogni giorno a pregare davanti ad una reliquia del suo cuore, ebbe per tre giorni di seguito ebbe la visione di questo cuore: prima apparve bianco, come segno di pace e unione, poi rosso, come simbolo del fuoco della carità, e infine nero, presagio delle imminenti disgrazie che si sarebbero abbattute sulla Francia. 

Caterina era già molto mistica, infatti vedeva spesso Cristo presente nell'ostia.

Nella notte tra il 18 e il 19 luglio 1830, mentre la Francia era sconvolta dalla possibilità di una nuova rivoluzione, Caterina venne condotta da un angelo nella grande cappella della Casa Madre, dove ella colloquierà per più di due ore con la Vergine. Ebbe poi altri tre nuovi incontri con la Madonna durante lo stesso anno.

La più conosciuta delle apparizioni fu quella che Caterina ebbe il 27 novembre, dove la Madonna le affidò il compito di far coniare una medaglia. Su un lato doveva far coniare la sua immagine con una M ed un croce al di sopra e dall’altra parte questa giuculatoria: "O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi".  Questa medaglia verrà conosciuta con il nome di medaglia miracolosa. La giovane suora confidò tutto questo al suo direttore spirituale, padre Aladel, un lazzarista, che si mostrò inizialmente scettico. Tuttavia, quando arrivarono le giornate rivoluzionarie di luglio, padre Aladel si scosse e ascoltò Caterina con maggiore interesse.

Nel 1831, suor Caterina fu assegnata alla comunità dell'ospizio di Enghien, nel comune di Reuilly, dove si occupò dapprima della cucina, poi della cura dei moribondi e dell'accoglienza dei poveri, facendo tutto con grande dedizione. Prese i voti il 3 di maggio 1835. Poco dopo, assistette con gioia alla prima distribuzione della medaglia miracolosa nella sua comunità e fu testimone dei miracoli che l'accompagnarono. Con grande dolore della suora, mancavano ancora diversi punti per soddisfare le richieste della Vergine: l'apparizione non era ancora stata commemorata e nella cappella mancavano ancora l'altare e la statua della Vergine con il globo. Durante l'insurrezione del 1848, la vita all'ospizio fu molto difficile, il cibo scarseggiava e Parigi era piena di barricate. Caterina rimase fiduciosa: "La Vergine veglierà su di noi, custodirà tutto. Non ci verrà fatto alcun male”. Infatti, mentre i cadaveri erano allineati sui marciapiedi, la comunità fu miracolosamente risparmiata.

Dopo 46 anni di servizio a Cristo ed ai poveri, Caterina si spense il 31 dicembre 1876.

Miracoli e canonizzazione di Caterina Labouré

Subito dopo la morte di suor Caterina, si diffuse la notizia che era stata questa suora a vedere la Vergine e ad aver fatto coniare la medaglia miracolosa. A Parigi, i miracoli avvenuti grazie alla medaglia erano ampiamente conosciuti e folle di persone si riunirono intorno al corpo della suora. Una madre portò il figlio paralitico e voleva calarlo nella tomba, ma prima che potesse farlo, il figlio si alzò in piedi e guarì. Questo fu il primo miracolo di Caterina Labouré. Dopo la sua morte, il suo corpo restò incorrotto. Ancora oggi esso riposa in una teca di vetro nella cappella miracolosa di Rue du Bac.

Caterina Labouré è stata beatificata il 28 maggio 1933 da Pio XI e canonizzata il 27 luglio 1947 da Pio XII, che amava chiamarla "la santa del silenzio". Si festeggia il 28 novembre.

Le apparizioni

Il 18 luglio 1830, alla vigilia della festa di San Vincenzo de' Paoli, che amava particolarmente, Caterina lo pregò per ottenere la grazia di vedere la Vergine. In effetti, la giovane novizia aveva già avuto visioni del cuore di San Vincenzo e di Gesù nell'ostia, ma il suo desiderio più grande era quello di vedere la Madre di Dio. La sua richiesta viene accolta la sera stessa. Un misterioso ragazzino viene a svegliarla dal sonno per portarla nella cappella del convento dove "la Beata Vergine ti aspetta". Vedendo la Beata Vergine seduta sulla sedia del sacerdote, Caterina corse da lei e le mise le mani in grembo. Durante questa prima apparizione, la Vergine le rivelò le profezie riguardanti la Francia e la missione a cui era stata chiamata.

Nella seconda apparizione, il 27 novembre 1830, Caterina vide la Madonna nella cappella durante la preghiera delle novizie. Vide poi due immagini viventi in cui la Beata Vergine era in piedi sul mezzo globo terrestre, con i piedi che schiacciavano un serpente. Fu durante questa apparizione che la Beata Vergine mostrò a Caterina il modello della medaglia miracolosa.

L’ultima apparizione ebbe luogo nel dicembre 1830, questa volta la Madonna apparve dietro l'altare, accanto al tabernacolo. La Regina del Cielo venne a confermarle la sua missione e a dirle, come in un addio: "Non mi vedrai più". La giovane confidò tutto questo al suo confessore, che le consigliò di smettere di pensare a tutte queste "cose immaginarie".

La medaglia miracolosa

Quando suor Caterina visse la sua ultima apparizione e fu mandata all'ospizio di Enghien, sentì una voce interiore che la esortava ad esaudire le richieste della Beata Vergine facendo coniare una medaglia. Caterina tornò a parlare con il suo confessore, padre Aladel, che di fronte alla situazione di grande insicurezza e alla gravità dell'epidemia di colera, iniziò a far battere la medaglia. Le Suore della Carità le distribuirono e si verificarono guarigioni miracolose. La popolazione di Parigi diede quindi a questa medaglia il titolo di "miracolosa". Nel 1835 si contavano già più di un milione di medaglie, quattro anni dopo dieci volte tanto e alla morte di Suor Caterina si contavano più di un miliardo di medaglie distribuite in tutto il mondo.

Preghiere a Santa Caterina Labouré

Preghiera di Santa Caterina

Quando vado in chiesa, mi metto davanti al Buon Dio e gli dico:

"Signore, eccomi, dammi quello che vuoi".

E poi ci spiega:

“Se Egli mi regala qualcosa, sono felice e lo ringrazio.

Se Egli non mi dà nulla, lo ringrazio di nuovo perché non merito nulla.

E poi Gli racconto tutto quello che mi viene in mente: gli racconto i miei dolori e le mie gioie e lo ascolto.

Se lo ascoltate, vi parlerà, perché con il Buon Dio bisogna dire e ascoltare,

Parlate sempre in modo semplice e sobrio”.

Per affidare le vostre intenzioni personali alla Madonna della Rue du Bac, potete recitare la "Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa".

Atto di consacrazione

O Maria concepita senza peccato Madre di Dio e Madre degli uomini, discepola di Cristo Gesù, tu sei benedetta tra tutte le donne e tutte le generazioni ti proclamano beata.

Come modello di consacrazione a Dio, che Santa Caterina Labouré, che aveva appena perso sua madre, scelse per sua Madre, io a mia volta scelgo te per mia Madre, per consacrarmi a Dio nostro Padre.

Stando ai piedi della Croce, il tuo Cuore Immacolato è stato trafitto dal dolore come da una spada, e il tuo cuore è unito al Cuore di tuo Figlio.

Poiché la grazia scorre dal Sacro Cuore di Gesù su tutti noi, attraverso le tue mani, accogli tutto il mio essere, disponi la mia anima e il mio corpo, a seguire Cristo e a ricevere la luce e la forza dello Spirito Santo.

Come segno di questa consacrazione, porterò con fiducia la medaglia santa affinché il Dio dell'Amore, Padre, Figlio e Spirito Santo, regni nel mio cuore di battezzato e in tutti i cuori.

A Lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.