Pier Giorgio Frassati nacque il 6 aprile 1901 a Torino in una famiglia dell'alta borghesia italiana. Suo padre, Alfredo Frassati, direttore del principale quotidiano La Stampa, era agnostico. Sua madre Adelaide era una pittrice. I suoi genitori non furono molto teneri nei suoi confronti, rimproverandolo sempre per la sua mediocrità.
Nel 1913 Pier Giorgio fallì gli esami per cui fu mandato in una scuola gesuita. Il ragazzino, allora tredicenne, aveva già una vita spirituale personale che condivideva facilmente con i suoi amici e che già da allora testimonia il suo amore per la Beata Vergine e per il Santissimo Sacramento. Faceva parte del gruppo “Apostolato della Preghiera” e della Compagnia del Santissimo Sacramento. Le sue giornate erano scandite dalla preghiera, soprattutto al mattino e alla sera. Pier Giorgio traeva da essa tutta la sua energia e l'allegria che lo animavano costantemente. I genitori, indifferenti davanti a questa ricca vita spirituale del figlio, lo scoraggiarono quando espresse il desiderio di diventare sacerdote.
Nel 1918 superò gli esami ed entrò alla Royal Polytechnic School per diventare ingegnere. Allo stesso tempo, si impegnava nella congregazione di San Vincenzo de Paoli per aiutare i soldati indigenti dopo la guerra. Si unì anche alla Milizia di Maria e divenne membro del Terz'Ordine Domenicano. Durante gli anni di studi, il giovane non smise mai di aiutare i poveri e i bisognosi, nemmeno durante l’epidemia di influenza spagnola. Fu durante una delle sue visite ai poveri che contrasse la poliomielite.
Pier Giorgio sperimenterà allora una grande sofferenza, che offrirà a Gesù. Il 4 luglio, dopo una gravissima crisi, ricevette gli ultimi sacramenti. Poi la paralisi si estese gradualmente agli organi respiratori, dopo una dolorosa agonia, e Pier Giorgio morì circondato dai familiari in preghiera, dicendo: “Che io muoia in pace, in tua santa compagnia”. Nel 1981, nell'ambito dell'apertura del processo di beatificazione, il suo corpo fu riesumato e ritrovato intatto. Fu poi trasferito nella cattedrale di San Giovanni Battista a Torino. Dichiarato venerabile nel 1987, è stato beatificato il 20 maggio 1990 da Giovanni Paolo II che in questa occasione lo nominò “l'uomo delle otto beatitudini”. Venne proclamato patrono dei giovani e degli alpinisti, dato che era appassionato di alpinismo.
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Il miracolo che aprì la causa di beatificazione di Pier Giorgio Frassati fu quello della guarigione di Domenico Sellan nel 1933. Quest'ultimo era affetto da tubercolosi ossea terminale. Un sacerdote gli portò un'immagine del giovane Pier Giorgio con una preghiera che egli recitò con fede. Poco dopo i medici constatarono la sua completa e definitiva guarigione. Domenico visse ancora 35 anni dopo il miracolo.
Nel 2011 è avvenuto un secondo miracolo. Si tratta della guarigione di Kevin Becker, allora 21enne. Questo ragazzino, ottimo calciatore, era caduto dal tetto della scuola riportando un trauma cranico estremamente grave, con gravissimi danni cerebrali, e si trovava in coma. Le possibilità di sopravvivenza erano molto basse ed era assolutamente impossibile uscirne senza conseguenze. Tuttavia, dopo che la famiglia cominciò a pregare Pier Giorgio, su consiglio di un amico, il ragazzino cominciò a dare segni di risveglio. Due settimane dopo era tornato a casa ed oggi conduce una vita normale, senza il minimo strascico, e continua a giocare a calcio.
Gli scritti di Pier Giorgio consistono nelle sue 350 lettere, pubblicate nel 1951, che ci permettono di scoprire il cuore di Pier Giorgio. Esse rivelano un giovane pieno di gioia di vivere, testimoniando la sua profonda felicità di essere cattolico: “Finché la fede mi darà la forza, sarò sempre felice. Ogni cattolico non può che essere felice. La tristezza deve essere bandita dai cuori animati dalla fede. Il dolore non è tristezza”. Egli incoraggiava positivamente i suoi amici ed i poveri che visitava a mettere Dio al primo posto nella loro vita. Diceva: “Ricordatevi, quando fate l'elemosina, di prodigare parole di fede cristiana, per infondere coraggio e fiducia e per mettere in ogni gesto di carità, che compite verso una persona povera, calore e fraternità”.
Ecco alcune bellissime citazioni di Pier Giorgio Frassati riportate dalla sorella Luciana, nel suo libro I giorni della sua vita:
“Da solo non farai nulla, ma se prendi Dio come centro di tutte le tue azioni, allora raggiungerai l’obiettivo”.
“Mangia il pane degli angeli e troverai la forza per combattere le lotte interiori, le battaglie contro le passioni e le prove. Quando sarai completamente consumato da questo fuoco eucaristico, allora potrai ringraziare Dio in piena coscienza, e gusterai una pace che gli uomini non hanno mai conosciuto, perché la vera felicità non risiede nei piaceri di questo mondo”.
“ Vivere senza fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere la verità in una lotta continua, non è vivere ma vegetare. Non dobbiamo mai vegetare ma vivere”.
Ecco ancora altre parole del beato quando era bambino:
Davanti al padre che aveva chiuso la porta a un mendicante, disse: “C'è un povero che ha fame e papà non gli ha dato da mangiare, forse è Gesù che ce lo manda”.
Un giorno chiese ad una cameriera: “Non daresti la tua vita per fermare la guerra?” Ebbene, oggi io sarei pronto a dare la mia vita”.
" Beato Piergiorgio Frassati,
tu che giovane e ricco ti facesti amico dei poveri, aiutaci a riconoscere in loro il volto vivo di Dio e a servirli con generosità. Tu che amavi l’amicizia vera e la gioia condivisa, insegnaci ad essere veri amici di Dio per essere fedeli amici dei fratelli.
Camminando sulle alte montagne tu sentivi forte la presenza di Dio: insegnaci che la vita deve saper guardare verso l’Alto ed avere orizzonti grandi e sconfinati.
Tu che fosti incompreso nella famiglia per la tua fede cristiana, aiuta i giovani che sono derisi e umiliati per il loro credo a rimanere fedeli a Dio.
Tu che hai scoperto che la vita cristiana è la pienezza dell’esistenza, aiutaci a comprendere che la vera ricchezza della vita è vivere per Gesù.
Fa’ che non abbiamo paura di seguire Lui!
Beato Piergiorgio Frassati, prega per noi! "