Il 14 settembre i cristiani celebrano una festa che spesso passa inosservata, ma che è comunque molto importante: l’Esaltazione della Santa Croce. Molto antica, questa festa è per noi un'opportunità per meditare intorno al mistero della croce di nostro Signore Gesù Cristo, segno dell'amore infinito di Dio per noi!
Ma qual è il significato di questa festa?
La festa della Santa Croce di Gesù è molto antica poiché risale al 14 settembre dell'anno 335. In questa data avvenne la consacrazione di due basiliche di Gerusalemme e la prima ostensione delle reliquie della Santa Croce, trovate pochi anni prima da Sant'Elena (Flavia Giulia Elena), madre dell'imperatore Costantino.
Socrate Scolastico (nel 380) racconta come Elena fece distruggere un tempio pagano. Su di esso c’era un sepolcro e vi trovò tre croci e il “Titulus Crucis”. La croce, insieme a due spine della corona e a dei frammenti della grotta della Natività e del Santo Sepolcro, si trova a Roma, nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme.
Nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme si trova anche il “Titulus Crucis”, la tavola con le iscrizioni in tre lingue – ebraico, greco e latino – che indica la motivazione della condanna a morte di Gesù.
L’iscrizione latina è molto esplicita: “Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum” che significa “Gesù nazareno, re dei Giudei”.
Sembra sorprendente che i cristiani celebrino la croce, perché è soprattutto uno strumento di tortura. Usato nell'Impero Romano, era il mezzo più degradante e umiliante per mettere a morte i condannati.
Tuttavia, molto presto, i cristiani videro nella croce di Cristo lo strumento della loro redenzione. Infatti, con la sua risurrezione, Gesù ha trasformato la sua croce in una "croce gloriosa", perché è attraverso di essa che ci apre le porte del regno di Dio!
Così, il 14 settembre, la Chiesa esalta la Croce gloriosa di Gesù, perché intimamente legata al disegno salvifico di Dio per l'umanità: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna". (Giovanni 3: 16)
Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma a questo riguardo: "Il mistero pasquale della Croce e della Risurrezione di Cristo è al centro della Buona Novella. Il disegno salvifico di Dio si è compiuto "una volta per sempre" (Ebrei 9: 26) mediante la morte redentrice del suo Figlio Gesù Cristo".
La festa della Santa Croce, celebrata il 14 settembre da cattolici e ortodossi con il nome di "Esaltazione della Santa Croce", è una delle grandi feste dell'anno liturgico in onore del Signore Gesù.
Questa festa si svolge esattamente quaranta giorni dopo la festa della Trasfigurazione. È il culmine di un "cammino spirituale" in cui i cristiani sono invitati a camminare per entrare nel mistero della croce e della redenzione.
Il giorno dopo la festa della Santa Croce, i cristiani celebrano Maria, Addolorata che, essendo legata intimamente alle sofferenze del Figlio durante la sua Passione, ci fa entrare più profondamente nel mistero della Croce.
La liturgia dell’Esaltazione della Santa Croce ci ricorda che la Croce è la nostra unica via di salvezza. L'antifona iniziale della Messa dice: "Il nostro unico orgoglio sia la Croce del Signore nostro Gesù Cristo. In Lui abbiamo salvezza, vita e risurrezione. Per mezzo di Lui siamo salvati e liberati".
La prima lettura è tratta dal libro dei Numeri o dalla lettera di San Paolo apostolo ai Filippesi: "Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l'essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre”. (Filippesi 2: 5-11)
Infine, il Vangelo è quello di San Giovanni: "Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna». Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui". (Giovanni 3: 13-17)
Le letture ci chiamano a meditare sul sacrificio di Cristo sulla croce, che dà la sua vita per noi e diventa così fonte di salvezza per tutta l’umanità.
La festa della Santa Croce è l'occasione per noi cristiani di approfondire uno dei più grandi misteri della nostra fede: quello della croce, quello di Cristo in primo luogo, ma anche quello delle “croci” che ciascuno porta nella vita.
La Croce è un mistero profondo: questo strumento di tortura e di morte creato dagli uomini, si è trasformato con Cristo in strumento di amore e di vita!
Attraverso la Croce, Cristo dona la sua vita per salvarci dalla morte e dal peccato. La sua risurrezione, tre giorni dopo, è il segno luminoso della sua vittoria e della sua gloria! Così, la Croce diventa per noi fonte di vita, capace di cambiare il male in bene.
"Ciò che celebriamo è l'amore di Dio che è andato così lontano, questo amore incondizionato capace di trasformare tutto", ha detto l'Arcivescovo Aupetit nella sua omelia, durante l’ufficio della festa dell’Esaltazione della Santa Croce.
Ognuno di noi conosce le sofferenze della vita, attraverso le piccole e grandi croci da portare nel quotidiano. Monsignor Aupetit aggiunge: "Gesù porta con noi la nostra croce qualunque sia il suo peso".
Anche Papa Francesco ci invita a meditare su questo mistero: "Dovete guardare la Croce, perché è lì che si rivela la gloria di Dio, dove l'uomo, nelle piaghe di Cristo, trova guarigione”. (Omelia del 14 settembre 2017)
"O Croce Santa, la vista della quale ci ricorda un'altra croce,
quella sulla quale Nostro Signore Gesù Cristo
ci ha strappati con la sua morte alla morte eterna,
nella quale stavamo precipitando miseramente,
risuscitandoci alla vita eterna perduta per il peccato,
adoro, venero, glorifico in te la Croce che rappresenti
e, in essa, il misericordioso Signore.
Per essa egli compì la sua opera di misericordia.
O amabile Croce, in cui sono salvezza, vita, e risurrezione nostra!
O legno prezioso per il quale fummo salvati e liberati!
O simbolo di cui Dio ci ha segnati!
O Croce gloriosa della quale soltanto dobbiamo gloriarci!
Come ti lodiamo? Come ti esaltiamo?
Con quale cuore ti preghiamo?
Con quale gioia ci glorieremo di te?
Per te è spogliato l'inferno; è chiuso per tutti coloro che in te sono stati riscattati.
Per te i demoni sono terrificati, compressi, vinti, schiacciati.
Per te il mondo è rinnovato, abbellito,
in virtù della verità che splende e della giustizia che regna in Lui.
Per te la natura umana peccatrice è giustificata: era condannata ed è salvata;
era schiava del peccato e dell'inferno ed è resa libera; era morta ed è resuscitata.
Per te la beata città celeste è restaurata e perfezionata.
Per te Dio, Figlio di Dio, volle per noi obbedire al Padre fino alla morte (Fil 2: 8,9).
Per questo egli, elevato da terra, ebbe un nome che è al di sopra d'ogni nome.
Per te egli ha preparato il suo trono (Salmi 9: 8) e ristabilito il suo regno.
Sia su di te e in te la mia gloria, in te e per te la mia vera speranza.
Per te siano cancellati i miei peccati,
per te la mia anima muoia alla sua vita vecchia
e sorga a vita nuova, la vita della giustizia.
Fa', te ne prego, che, avendomi purificato nel battesimo dai peccati
nei quali fui concepito e nacqui,
tu ancora mi purifichi da quelli che ho contratto dopo la nascita alla seconda vita,
e che per te io pervenga ai beni
per i quali l'uomo è stato creato per il medesimo Gesù Cristo Nostro Signore, cui sia benedizione nei secoli”.