I dieci comandamenti (decalogo) - Esodo 20

Tra i libri dell'Antico Testamento, i primi cinque vengono tradizionalmente attribuiti a Mosè. Chiamati anche Legge di Mosè, questi scritti includono i comandamenti di Dio per il suo popolo. Di questi 613 comandamenti della legge di Dio, i "10 comandamenti" o "dieci parole di Dio" furono scritti dal "dito di Dio" su tavole di pietra dette Tavole della Legge. Il passo biblico dell'Esodo 20 narra la scena in cui Mosè, scendendo dal Monte Sinai, presenta "il decalogo" al suo popolo. Scopriamo quali sono i dieci comandamenti di Dio e approfondiamo i due comandamenti più importanti, che li riassumono tutti.

Le Tavole della Legge nel Libro dell'Esodo

Dio allora pronunciò tutte queste parole:

2 «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: 

3 non avrai altri dèi di fronte a me. 

4 Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. 

5 Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, 

6 ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi.

7 Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano.

8 Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: 

9 sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; 

10 ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. 

11 Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro.

12 Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio.

13 Non uccidere.

14 Non commettere adulterio.

15 Non rubare.

16 Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.

17 Non desiderare la casa del tuo prossimo.

Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».

Amerai il Signore tuo Dio

Quando uno scriba chiese a Gesù: "Qual è il primo di tutti i comandamenti?", egli rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.’ (Marco 12:28-30). Amare Dio è il più grande tra i comandamenti! Ma che cos’è questo amore? L'apostolo Giovanni risponde a questa domanda. Amare Dio significa quindi accettare di credere e ricevere il suo grande amore. Quando crediamo che: "(...) Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non perisca ma abbia la vita eterna", cominciamo ad amare Dio rispondendo al suo amore.

Amare il prossimo come se stessi

Gesù continua a rispondere a questo scriba dicendo: "E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi»”. (Marco 12:31). Gesù ha anche raccontato la parabola del Buon Samaritano sull'amore verso il prossimo, facendo vedere come mettere in pratica questo comandamento. Infatti, quando amiamo gli altri, non ignoriamo il loro disagio, ma ci fermiamo, diamo il nostro tempo, la nostra attenzione e addirittura il nostro denaro per garantire la felicità del nostro prossimo. Chiediamo la grazia di Dio per poter andare avanti ogni giorno con questo pensiero: "(...) Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti”. (Matteo 7:12)