I discepoli di Emmaus - (Luca 24, 18-35)

Nel Vangelo di Luca troviamo il racconto dell'incontro sulla strada di Emmaus tra Gesù risorto e due dei suoi discepoli. Questi hanno visto il Cristo risorto, ma non lo hanno riconosciuto. Questo passaggio della Bibbia rivela che in realtà i due erano tristi e scoraggiati perché non credevano nella risurrezione di Gesù. Andiamo insieme ai pellegrini di Emmaus a scoprire come le parole di Gesù e l’azione di spezzare il pane abbiano permesso loro di riconoscere finalmente il Signore.

La storia dei discepoli di Emmaus

"13 Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, 

14 e conversavano di tutto quello che era accaduto. 

15 Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. 

16 Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. 

17 Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 

18 uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 

19 Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 

20 come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. 

21 Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 

22 Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro 

23 e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 

24 Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».

25 Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 

26 Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 

27 E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 

28 Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 

29 Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. 

30 Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 

31 Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. 

32 Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». 

33 E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 

34 i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». 

35 Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.. (Luca 24:13-35)

 

Chi dici che sono?

Il modo in cui rispondiamo a questa domanda determina il nostro atteggiamento e il valore che diamo alle parole di Gesù. Per i pellegrini sulla strada di Emmaus, Gesù era un "profeta, potente in opere e parole" (Luca 24:19). Quando crediamo che Gesù sia soltanto un profeta, la sua morte ci porterà tristezza, perché Dio non ha detto che è un profeta che risorgerà, ma ha scelto di risuscitare il Cristo. Per questo, quando Simon Pietro risponde: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (Matteo 16:16), Gesù gli dice che è felice perché ha ricevuto questa rivelazione dal Padre stesso. Quando vediamo Gesù così com'è, la nostra gioia diventa perfetta perché ci rendiamo conto che nulla è più forte di lui, neanche la morte.

Pane e vino

Come vediamo Gesù oggi? Questa storia è ricca di insegnamenti su Gesù risorto. Impariamo che Gesù è sempre lì per noi quando ci sentiamo tristi e persi. Impariamo che è sempre pronto a illuminarci e a trasmetterci la sua parola con pazienza e gentilezza. Soprattutto, impariamo che il pasto consumato insieme a lui illumina la nostra mente. Il pane e il vino simboleggiano il corpo e il sangue del Signore, offerti per noi. Si tratta di un pasto sacro che dobbiamo consumare ricordando il sacrificio che Gesù è stato disposto a fare per noi. Attraverso il suo corpo spezzato e il suo sangue versato, i nostri bisogni sono soddisfatti e le nostre colpe perdonate.

L'incontro con Gesù risorto

Nel cammino della nostra vita, a volte possiamo scoraggiarci. Quando viviamo fallimenti ripetuti nel lavoro, nello studio o nella vita familiare, tutto ciò che vogliamo fare è fermarci e interrompere il nostro cammino. Alcuni di noi si fanno coraggio e continuano a camminare, ma con il cuore spezzato dalla tristezza.  A questo punto dobbiamo incontrare Gesù risorto. Cristo ha sperimentato una sofferenza terribile, lo scherno, il tradimento... la morte. Ed ecco la buona notizia: ha superato tutto, è tornato in vita e oggi siede alla destra del Padre nei cieli. Ascoltiamolo parlare con noi, la nostra fede si ravviverà e potremo continuare il cammino con il cuore pieno di gioia.