Parabola dei talenti - (Matteo 25, 14-30)

 

Nei Vangeli troviamo le parole di Gesù, i suoi miracoli, la sua morte e resurrezione. Nei suoi insegnamentiCristo parla spesso in parabole alla folla. Il Vangelo di Matteo ci presenta la parabola dei talenti, che è simile alla parabola delle dieci mine del Vangelo di Luca. Scopriamo la storia del Signore che distribuisce diverse quantità di talenti ai suoi tre servi e osserviamo attentamente questo testo per trarne alcuni preziosi insegnamenti.

La parabola dei talenti nel Vangelo di Matteo

Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 
 15 A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. 
 16 Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. 
 17 Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. 
 18 Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. 
 19 Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. 
 20 Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. 
 21 Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. 
 22 Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. 
 23 Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. 
 24 Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; 
 25 per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. 
 26 Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 
 27 avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. 
 28 Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. 
 29 Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. 
 30 E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.!".

A ciascuno secondo le sue capacità

Quando il Signore distribuisce i talenti ai suoi servi, guarda alle capacità di ciascuno. Capiamo che i talenti che Dio ci dà corrispondono alle capacità che abbiamo. Per illustrare questo concetto, possiamo pensare a un capo che affida un particolare lavoro (talento) a un suo dipendente perché quest'ultimo ha la qualifica adatta, il diploma, l'attitudine (capacità) per svolgere le sue mansioni e portare profitto all'azienda attraverso il suo lavoro. C'è quindi una buona notizia da trarre da questo passaggio, cioè che - ciascuno al proprio livello - possiamo sempre migliorare e che maggiore è la nostra disponibilità a dare, maggiore sarà la nostra capacità di dare. 

Servo buono e fedele

Di questi tre servi, solo due hanno deliziato il cuore del loro padrone, perché hanno lavorato per far fruttare il denaro affidato loro. Comprendiamo quindi che Dio si aspetta che moltiplichiamo tutto ciò che mette a nostra disposizione. Infatti, quando creò l'uomo, "Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela". (Genesi 1:28). Ma perché questo terzo servo non è stato all'altezza delle aspettative del suo padrone? La risposta di questo servo ci dice che aveva una cattiva immagine del suo signore e quindi non si fidava ma temeva il suo padrone. La paura lo portò a seppellire il suo talento nel terreno. Quindi, per essere un servo buono e fedele, dobbiamo conoscere meglio la bontà e la fedeltà del nostro Signore Gesù. La fiducia che ne deriva ci darà il coraggio di uscire e di usare i nostri talenti, deliziando così il cuore del maestro.