Inno a San Michele Arcangelo

L'8 maggio si festeggia l'apparizione dell'Arcangelo San Michele sul Monte Gargano. Questo evento è di grande importanza perché è la più antica apparizione di San Michele di cui siamo a conoscenza. Per ricordarla, a San Michele è dedicato un inno della liturgia romana recitato ai vespri e al mattino. 

Scopri l'origine e il testo di questa bellissima preghiera.

 

Inno per l'8 maggio dalla liturgia romana

Ogni 8 maggio, in memoria dell'apparizione di San Michele sul Gargano, la liturgia romana prevede la recita di uno speciale inno ai Vespri e al Mattino. Eccolo qui:

 

“O glorioso Arcangelo, proteggi in questa via

la nostra compagnia che vien piangente a Te.

Siamo pellegrini, siamo tuoi devoti,

San Michele Arcangelo, prega per noi! (2v)

Sul monte del Gargano ricorre ogni fedele.

All’ara tua, Michele, si prostra e grazie ottien.

Come dal Ciel scacciasti il Demone infernale,

ancor così ogni male tieni da noi lontan.

Il grande Iddio ti pose sul Monte del Gargano

dove ogni cristiano ti vien a venerar.

E zoppi e ciechi e muti, che con amor e fede

si prostrano al tuo piede, tutti risani tu.

E noi, mentre verremo, piangendo ai piedi tuoi.

Dhè! Volgi su di noi uno sguardo di pietà.

Felice chi in te spera, beato chi ti onora:

in questa vita ancora contento ognor sarà.

Nell’ora della morte ci salva dall’inferno,

al regno sempiterno ci guida per pietà.

Dove godrem beati, tra liete feste e canti,

Iddio con tutti i Santi per una eternità.

Su dunque, o cristiani, se grazia voi volete,

l’Arcangelo richiedete con fede e carità".

La prima apparizione conosciuta dell'Arcangelo Michele

Verso la fine del V secolo, in Italia, un contadino aveva perduto un toro bianco, che considerava come preziosissimo. Il luogo dove lo perse era il Monte Gargano, sul mare Adriatico. Il padrone, dopo aver per molto tempo cercato sulla montagna, stava per rinunciare. Si trovava allora vicino alla vetta dove scorse una grotta. L’uomo entrò e vide il toro bianco immobile, chinato come in preghiera! Il contadino cercò di farlo rialzare, ma l'animale restava immobile. L’uomo allora brandì l’arco e scoccò una freccia contro il toro. Il toro non si mosse e la freccia ritornò sull’uomo, ferendolo. 

Fu così che egli decise di recarsi dal vescovo, per raccontargli la sua storia con il toro…. Questi, non sapendo cosa pensare di un fatto così strano, ordinò tre giorni di digiuno preghiere, perché Dio facesse conoscere lui la sua volontà. Dopo il terzo giorno, San Michele apparve davanti agli occhi del vescovo, ordinandogli che la grotta fosse trasformata in santuario.

Ma il vescovo esitò.

Nello stesso tempo, non lontano da lì, la città di Siponto vinse miracolosamente una battaglia contro i suoi invasori, che fuggirono alla vista di una grande nuvola nera e di un fulmine dal monte…. La città, per ringraziare il suo protettore San Michele, ricoprì la grotta di marmi e finalmente vi costruì sopra una bella chiesa, in onore di San Michele Arcangelo.