Sant'Agostino (354-430) fu vescovo di Ippona nel Nord Africa. Avendo ricevuto una solida educazione e dotato di una mente di rara intelligenza, fu l’autore di un'opera grandiosa. Le sue Confessioni e La Città di Dio ci rivelano i suoi pensieri ed hanno nutrito, nel corso dei secoli, la fede, la spiritualità e la filosofia di molte persone. Nelle sue opere troviamo quindi delle citazioni sul modo di concepire la vita, la morte, la felicità....
“Le persone viaggiano per stupirsi delle montagne, dei mari, dei fiumi, delle stelle; e passano accanto a sé stessi senza meravigliarsi.”
“La vita umana non si identifica con la luce del sole, come avevano cantato i poeti latini e greci, ma con l’attesa della luce di Dio: Questa è la Luce, è l’unica Luce, e un’unica cosa sono coloro che la vedono e la amano ” .
“Nessuno vive senza amare ”.
“L’amicizia degli uomini è dolce perché con un nodo d’affetto fa di molte anime un’anima sola. ”
“Ama e fai cio che vuoi ”.
“L'amore non si vede in un luogo e non si cerca con gli occhi del corpo. Non si odono le sue parole e quando viene a te non si odono i suoi passi.”
“Se taci, taci per amore; se parli, parla per amore; se correggi, correggi per amore; se perdoni, perdona per amore. Abbi la radice dell'amore nel profondo del tuo cuore, da questa radice non può nascere altro che bene ”.
"La misura dell'amore è amare senza misura ” .
“Quando l’amore cresce in te, cresce anche la bellezza. Perché l'amore è la bellezza dell'anima ”.
“Dio fornisce il vento ma l'uomo deve alzare le vele”.
Dio si conosce meglio nell'ignoranza”.
Dio ama ognuno di noi come se ci fosse solo uno di noi ”.
“Non esisterei, dunque, mio Dio, non esisterei affatto, se tu non fossi in me. O meglio non esisterei se io non fossi in te, da cui, per cui, in cui tutto esiste ”.
“Ma eri più profondo di me stesso e più alto di me stesso ”.
“Il nostro Dio non può mai essere corrotto, né per sua volontà, né per necessità, né per alcun caso imprevisto; perché egli è Dio e ciò che vuole per sé è bene ed egli stesso è buono ”.
“Che cosa è, allora, il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se dovessi spiegarlo a chi me ne chiede, non lo so”.
“Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell'anima. Il passato non esiste in quanto non è più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere, e il presente è solo un istante inesistente di separazione tra passato e futuro”.
“Ma forse si potrebbe davvero dire che ci sono tre tempi: il presente delle cose passate, il presente delle cose presenti e il presente delle cose future ”.
“I misteri del regno di Dio richiedono anzitutto uomini credenti per aprirsi alla loro intelligenza. La fede è infatti il gradino che porta ad intendere; la conoscenza, invece, è la ricompensa della fede. E' quanto dice apertamente il Profeta a tutti coloro i quali, con troppa fretta e invertendo l'ordine, si danno alla ricerca per giungere alla comprensione e intanto trascurano la fede. Afferma infatti: Se non avrete creduto, non intenderete. Quindi anche la stessa fede ha una sua forza di penetrazione nelle Scritture, nella profezia, nel Vangelo, negli scritti degli Apostoli. Tutti questi scritti infatti, di cui si dà lettura al tempo dovuto, sono lampade poste in luogo oscuro per esserne assistiti fino al giorno fissato. Dice l'apostolo Pietro: E così abbiamo conferma migliore della parola dei Profeti alla quale fate bene a volgere l'attenzione come a lampada che brilla in luogo oscuro finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori”.
“Se credi ciò che ti piace dei vangeli, e rifiuti quello che non ti piace, non è nei vangeli che credi, ma in te stesso. ”
“La fede è credere a ciò che non vediamo; e la ricompensa per questa fede è il vedere ciò che crediamo. ”
“La felicità è continuare a desiderare ciò che hai " .
“Quelli che amiamo, ma che abbiamo perduto, non sono più dove erano, ma sono sempre dovunque noi siamo ” .
“Errare è umano, perseverare diabolico.”
“Amate gli erranti, uccidendo gli errori. ”
“Lottano tra loro in questa vita, in ogni tentazione, due amori: l'amore del mondo e l'amore di Dio. Quello dei due che vince trae dalla sua parte, come per una forza di gravità, colui che tende ad esso. A Dio non veniamo con ali o con i piedi, ma con l'affetto. Per un contrario affetto anche alla terra siamo attaccati, non per nodi o legami fisici. Cristo è venuto a mutare la direzione dell'amore e a mutare l'uomo, da amatore che era di cose terrene ad amatore di vita celeste. Fattosi uomo per noi, lui che ci ha fatto uomini, lui Dio, ha assunto la natura umana per farci da uomini dèi. Questa gara ci viene proposta: una lotta con la carne, una lotta col diavolo, una lotta col mondo. Ma dobbiamo avere fiducia, perché chi ha indetto la gara, non sta lì come spettatore senza darci aiuto e neanche ci esorta a presumere delle nostre forze. Chi presume infatti delle proprie forze, in quanto è uomo, si fida delle forze dell'uomo. Ed è detto: Maledetto l'uomo che confida nell'uomo. I martiri che ardevano della fiamma di questo pio e santo amore bruciarono la paglia della carne con la forza dell'animo e giunsero integri nello spirito presso Colui da cui erano stati accesi. Anche alla carne che sia stata capace di disprezzare le cose di questa sfera materiale sarà dato il dovuto onore nella risurrezione dei morti. La carne è stata seminata in ignominia per risorgere nella gloria” .
“Tre virtù l'Apostolo raccomanda di edificare soprattutto nell'uomo interiore: la fede, la speranza, la carità. Le esalta tutte e tre, ma alla fine conclude: La maggiore di tutte è la carità. Cercate ardentemente la carità. Che cosa sono dunque la fede, la speranza e la carità? E perché la carità è la più grande? La fede è, come è precisato in un passo delle Scritture: Fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono. Colui che spera non possiede ancora l'oggetto della sua speranza, ma per la fiducia che ha, è simile a chi possiede. La fede è dunque fondamento delle cose che si sperano. Non è ancora la realtà che avremo, ma sta, la fede, in luogo di quella stessa realtà. Non si può d'altronde dire che non abbia nulla chi ha la fede; che sia vuoto chi è pieno di fede. La ricompensa a chi ha la fede è grande proprio per questo: perché non si vede e si crede. Se si vedesse infatti non ci sarebbe ragione di ricompensa. Perciò il Signore dopo la risurrezione e dopo essersi mostrato ai discepoli in modo che non solo lo videro, ma poterono anche toccarlo con le mani, dopo aver convinto i sensi umani che colui che poco prima pendeva sulla croce era lui risorto, si trattenne con loro solo qualche giorno, quanto gli parve necessario per garantire la fede nella risurrezione e confermare il Vangelo, e salì al cielo per non essere più davanti agli occhi, ma per essere raggiunto con la fede. Se infatti fosse sempre qui, visibile a questi nostri occhi, il merito della fede sarebbe nullo. Si dice dunque all'uomo: " Credi ". Ma egli vorrebbe vedere. Gli si ribatte: " Appunto per vedere un giorno, intanto credi ". La fede è il merito, la visione, il premio. Se vuoi vedere prima di credere è come se chiedessi il salario prima di aver lavorato. Ciò che tu vuoi avere ha un prezzo. Vuoi vedere Dio. Di un così grande bene il prezzo è la fede. Tu vuoi giungere alla mèta e non vuoi camminare? La visione è il possesso, la fede è la via. Chi rifiuta la fatica del viaggio, come può aspirare alla gioia del possesso” ?
“La fede non può venir meno se ha per supporto la speranza. Togli la speranza e viene meno la fede. Non muoverebbe neanche un passo chi non spera di poter giungere alla mèta. Se poi nell'un caso e nell'altro, cioè alla fede e alla speranza, togli l'amore a nulla giova credere, a nulla giova sperare se non c'è l'amore. Dirò di più: è assurdo sperare ciò che non si ama. L'amore infatti accende la speranza, la speranza sfolgora di amore. Ma quando saremo giunti al fine che abbiamo sperato senza vederlo, ma credendo, quale posto avrà qui la fede? Se la fede è fondamento delle cose che non si vedono, quando le si vedono, non si può più parlare di fede. Infatti allora vedrai, non crederai. Lo stesso dicasi per la speranza. Quando la cosa è ottenuta, non c'è più motivo di sperarla. Infatti, ciò che uno già vede come potrebbe sperarlo? Sicché dunque, quando saremo arrivati, cessa la fede, cessa la speranza. E la carità? La fede si cambia in visione, la speranza è sostituita dalla realtà. Ci sarà dunque la visione e la realtà, non più la fede e la speranza. E la carità? Può forse essa cessare? Al contrario, se si era accesi d'amore per ciò che ancora non si vedeva, senz'altro più ardente sarà questo amore quando si vedrà. Giustamente perciò è stato detto: La più grande di queste è la carità, perché alla fede succede la visione, alla speranza la sua realizzazione, alla carità non succede un'altra cosa. E` lei che cresce, che aumenta, lei stessa che si perfeziona nella contemplazione” .
“Mentre stupiti lo stavano guardando ascendere in cielo - erano tuttavia contenti che salisse in alto: perché il fatto che il capo va avanti costituisce la speranza delle membra - udirono anche una voce angelica: Uomini di Galilea, perché state guardando verso il cielo? Questo Gesù verrà nello stesso modo con cui l'avete visto salire al cielo. Che cosa significa: verrà nello stesso modo? Verrà nella stessa natura; perché si compia la Scrittura: Volgeranno gli occhi a colui che hanno trafitto. Verrà nello stesso modo. Verrà fra gli uomini, verrà come uomo, ma verrà come uomo-Dio. Verrà come vero uomo e come vero Dia, per fare dèi gli uomini. È asceso il giudice del cielo, ha suonato la tromba l'araldo del cielo. Cerchiamo di avere un processo favorevole per non dover temere il futuro giudizio. Cristo è asceso veramente: lo hanno visto coloro che ce lo hanno tramandato. Alcuni, pur non avendo visto credettero, altri invece non credettero, deridendo [la loro testimonianza]. La fede infatti non è di tutti . E poiché la fede non è di tutti e il Signore conosce quelli che sono suoi, perché stiamo a discutere sul fatto che Dio è asceso al cielo? Guardiamo piuttosto al fatto che Dio è disceso agli inferi. Guardiamo alla morte di Cristo, esaltiamo la sua risurrezione più che meravigliarcene. La nostra rovina è il nostro peccato; il sangue di Cristo è il nostro prezzo. La risurrezione di Cristo è la nostra speranza, la [prossima] venuta di Cristo è la nostra futura realtà. Dobbiamo dunque aspettare, finché venga, il Cristo che siede alla destra del Padre. Dica la nostra anima assetata di lui: Quando verrà? L'anima mia ha sete del Dio vivente: quando verrà? Verrà, ma quando? Tu desidera che venga: voglia il cielo che ti trovi preparato” !